Ink - A. Broadway
Cos'è Ink?
Ink è una bella storia.
E già partiamo da una buona base.
Possiamo dire che Ink è un libro scritto in un modo molto semplice, la struttura è facile e la storia molto lineare.
I personaggi sono ben costruiti e ci si immedesima molto facilmente.
I colpi di scena li si annusa qualche pagina in anticipo.
Fin qui sembra non mi abbia entusiasmato particolarmente, me ne rendo conto.
Effettivamente è un romanzo Young Adult, probabilmente indirizzato alla prima fetta degli young, e io alla fine oramai ho 35 anni e certo non mi posso inserire in quella fetta di pubblico lì.
Perciò possiamo dire che non mi ha fatta esaltare e saltare sul divano, ma... C'è un ma e pure grande come una casa. Anzi forse più di uno.
Primo aspetto che credo abbia veramente svoltato il libro: Leora.
Il personaggio principale di questo libro è l'incarnazione perfetta di un'adolescente normale.
Sì, normale.
Perde il padre, non ha un rapporto particolare con la madre, vede nella vita della sua migliore amica l'immagine della vita che vorrebbe lei, non ha amici particolarmente importanti tranne Verity, non ha un ragazzo, si approccia alla vita degli adulti senza sapere bene cosa vuole essere.
Ora, parliamoci chiaro, voi non vi riconoscete in questa descrizione?
A me sembra molto familiare. Se ripenso a me stessa, ai miei 16 anni (circa), credo di ricordarmi come una persona esattamente uguale a questa: confusa, insicura e piena di domande.
Per un libro, anche se non decisamente un capolavoro, è una cosa decisamente importante: riuscire a fare immedesimare un lettore qualsiasi in uno dei personaggi, è un traguardo bellissimo.
Il secondo aspetto che merita attenzione e che stravolge un po' le cose è il valore del tatuaggio.
Nella società di oggi, soprattutto in alcune zone d'Italia (e del mondo), le persone tatuate sono ancora guardate come se avessero qualcosa da nascondere.
Sotto questo punto di vista, il mondo di questo libro è decisamente capovolto: gli intonsi, le persone non tatuate, sono persone che hanno qualcosa da nascondere. Nella storia della Broadway, le persone "normali" sono tatuate.
Da ragazza tatuata, molto tatuata, mi sembra un sogno. Non dover spiegare a nessuno il perché hai scelto di colorare la tua pelle, il perché hai scelto determinate figure, perché proprio in quel posto.
Anche se anche in questo mondo esiste la discriminazione, è una discriminazione al contrario, ma esiste.
Chi non è tatuato è un diverso, viene esiliato e fatto passare per un appestato.
E chi collabora con gli intonsi, i non tatuati, è trattato come traditore.
Sicuramente è un bel libro, leggero e che si legge con velocità.
Non rientra nei miei libri del cuore, ma sono curiosa di vedere come finirà questa storia.
"Siamo tutti un po’ cattivi. Tutti abbiamo, nelle nostre vite, cose che ci procurano vergogna e rimorso. Cose che hanno ferito la nostra anima o le persone che amiamo. Ma tutti abbiamo anche un po’ di bontà, anzi, secondo me in realtà siamo principalmente buoni. Vivere significa cercare di trovare un equilibrio, di definire il nostro posto nel continuum. Siamo un pochino buoni, un pochino cattivi… ma il risultato non è grigio. E’ questo. Non siamo fatti solo di bontà e cattiveria: siamo anche ogni altra cosa."
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