Wonder - R.J. Palacio

 


Wonder di R. J. Palacio è un pugno allo stomaco.
Non perché sia un brutto libro, ma quel che racconta è talmente lo specchio della realtà odierna, da lasciare senza fiato.
In un mondo fondato sull’apparenza non ci può essere spazio per un bambino con un difetto genetico che gli deturpa il volto.

In questo libro, ci si immerge in un racconto che tocca molti temi.
La paura del diverso e di ciò che a nostro arbitrario giudizio non reputiamo normale.
Questa paura genera una delle piaghe della nostra società: il bullismo e le sue assurde dinamiche di branco.

Ma questo libro parla soprattutto della necessità di accettarsi, del coraggio di essere se stessi, nonostante la propria faccia, il proprio carattere o la propria famiglia.
Viviamo in un’epoca in cui l’apparire è fondamentale.
Siamo circondati da social in cui vogliamo mostrare solo quella che reputiamo la parte migliore di noi, nascondendo sotto al tappeto tutto ciò che crediamo non possa piacere. 
Un mondo in cui spesso il contenitore conta di più del contenuto.

Perché ormai ciò che conta è il numero di follower.
Quel che ci rende migliori degli altri ormai sono i like che prendiamo.
Siamo intrappolati nella continua ricerca del raggiungimento di un modello che umanamente non potremmo mai conquistare.
E così passiamo le nostre giornate a cercare di omologarci agli altri seguendo stereotipi irraggiungibili.

Omologarsi vuol dire escludere tutto ciò che è diverso.
Wonder invece è proprio un inno alla diversità.

Auguste, il nostro protagonista, non può nascondersi.
La sua malformazione è proprio sotto gli occhi di tutti.

Auguste si presenta al mondo così come è, con la sua ironia, con la sua gentilezza e la sua nerdaggine su Star Wars.
Si mostra senza alcuna retorica, spontaneo e genuino e sarà proprio questa la sua forza.

Scritto con una semplicità disarmante, con uno stile di scrittura che va dritto al punto senza troppi giri di parole.
Un libro che non può lasciare indifferenti.

"L’unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale”



Wonder e l'importanza di essere gentili. 

Perché vale sempre la pena essere gentili e non dobbiamo fare chissà quali azioni, basta ripartire dalle piccole cose.

Questo libro nasce dalla necessita dell'autrice di redimersi.
Di compiere quell'atto di gentilezza che non ha avuto il coraggio di fare anni prima.

R.J. Palacio ha dichiarato in un'intervista che un giorno, mentre era al parco con suo figlio, incontrò un bambino affetto dalla sindrome di Treacher Collins che distorce i lineamenti del volto.
La sua stessa reazione la stupì: si alzò velocemente e si allontanò temendo una reazione di spavento nel figlio.
Questa vicenda le turbò molto l'animo, ma si ripromise di fare ammenda per quel gesto. E così scrisse Wonder.
Una storia che riesce a commuovere.
Un reale spaccato di una quotidianità spesso nascosta.

Famoso è il detto "non giudicare un libro dalla copertina". In Wonder, proprio sul retro copertina, invece c'è scritto “Non giudicare una persona dalla faccia”.
Dovremmo coltivare empatia.
Dietro ad ogni volto, c'è un individuo, una fragilità che va protetta.
Atti di gentilezza, è probabilmente questa la soluzione.

Il messaggio chiave del libro è che la "meraviglia" (wonder in inglese vuol dire proprio meraviglia) è in ogni persona che incontriamo. Tocca a noi scoprirla e non fermarci alle apparenze.

In una società individualistica come la nostra, c'è posto per la gentilezza?

Un libro che ci interroga, che invita a riflettere.
Io per prima mi sono chiesta: come reagisco davanti alla diversità?
La risposta in realtà non è così facile come si crede.

E voi se vi ponessero questa domanda sareste così sicuri della risposta?




Wonder offre innumerevoli spunti di riflessione.
Diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio diverso e introdotta da una citazione o da una canzone.

Nella mia lettura, uno dei capitoli che mi ha colpito maggiormente, è quello scritto dal punto di vista di Olivia, la sorella maggiore di August, il nostro protagonista.

Olivia si arrabbia tanto col mondo che la circonda.
Non capisce, o meglio, non accetta quegli sguardi indiscreti che si posano sul fratello.
Ha appena iniziato la scuola superiore, una nuova vita si prospetta davanti ai suoi occhi.
Una scuola dove nessuno conosce suo fratello.
Un posto dove potrà essere solo Olivia e non "Olivia la sorella del bambino deforme".

Olivia definisce lei stessa e i suoi genitori come dei pianeti che ruotano attorno ad un Sole e quel Sole è August.
Ed è da sempre abituata a cavarsela da sola.
Lei non è il Sole.

Olivia ci sorprende con la sua fragilità.
Da una parte l'amore puro e immenso per il fratello, dall'altra la necessità di sviluppare una propria identità e di poter essere se stessa fino in fondo, di poter urlare forte il suo disagio.
Olivia è sospesa tra i sentimenti.
Tra amore e odio.
Tra la necessità di difendere e proteggere August e la consapevolezza che deve imparare ad essere autonomo.
E Olivia scoppia. Non trattiene più la sua rabbia, il suo dolore.
Anche lei ha bisogno di essere il Sole per qualcuno, ha bisogno di essere ascoltata.

La nascita di August ha spostato gli equilibri della famiglia, i genitori commettono errori inconsapevolmente. Errori nati da dinamiche che portano a proteggere il membro più debole e a dedicargli tutte le proprie energie. Il grido di aiuto di Olivia viene però ascoltato, i genitori hanno così la possibilità di correggersi e aprire delle relazioni vere con entrambi i propri figli.

Ci si affeziona ad August, Olivia e agli altri personaggi. 
È inevitabile e bellissimo.

Wonder un libro di formazione scritto per ragazzi, ma consigliato ad ogni età anche per gli adulti.
Un libro che ti interroga dentro nel profondo e che non scorderò facilmente.



 

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