La Stanza Rossa e altre storie di fantasmi - Lucy Maud Montgomery

 


Cimentarsi nella lettura di una raccolta di racconti è sempre un terno al lotto.
Non sai mai che puoi incontrare, non sai se sarai capace di prendere il meglio da ogni racconto e non sai, soprattutto, se quello che sai degli autori rispecchierà quello che effettivamente leggerai in quei racconti.

Lucy Maud Montogomery era canadese ed aveva 34 anni quando è diventata famosa.
Aveva 34 anni quando scrisse il suo primo romanzo della serie di "Anna dai capelli rossi" ("Anne of Green Gables"). 
Al primo romanzo di Anna, ne seguirono altri 10 (l'ultimo dei quali pubblicato postumo, molto di recente).
Ma chi era Maud?
Maud, così la chiamavano e si faceva chiamare, era una ragazza che amava la moda inglese, che adorava scrivere e che, forse, si è fatta prendere troppo da quella vita che chiedeva tanto e dava probabilmente troppo poco.

Maud, proprio come la sua Anne, rimase orfana di madre a soli 2 anni, e anche il padre la "abbandonò" facendola crescere dai nonni materni che la educarono in modo piuttosto severo.
Iniziò a scrivere sin da piccola e studiò per diventare insegnante.

Nonostante il successo, la vita di Maud era tormentata: dissidi in famiglia, un rapporto con il marito a dir poco pesante fatto solo di obblighi e ben poche gioie, un editore duro e pretenzioso che non la lasciava gioire dei suoi successi.

La saga di Anna ebbe molto successo tanto che la scrittrice si ritrovò a scrivere altri romanzi, praticamente costretta dal successo del suo stesso personaggio, ma ormai stanca di raccontare di Anna e della della sua vita.
Cercò sempre di discostarsi da quel personaggio così amato e così ingombrante: provò a creare altri personaggi, a raccontare di personaggi legati a Anna ma non di lei direttamente e provò anche a cambiare genere.

Con il racconto "La stanza rossa", Lucy Maud Montgomery si discosta dal genere di libri per ragazzi che stava scrivendo e approda nel mondo delle "Ghosts story", cercando di cambiare genere e trovare un po' di pace come scrittrice.


Nel paragrafo precedente si diceva che Lucy Maud Montgomery non fosse una persona particolarmente felice. 
Nonostante fosse una donna quasi emancipata per il periodo storico in cui ha vissuto, si è sempre sentita molto costretta in una realtà che le stava stretta, in balia di decisioni non sue, sposata per essere moglie più che donna.

Nello scrivere "La Stanza Rossa" ha sicuramente messo molto della sua vita.
Leggendolo, non incontrerete alcun fantasma, non ci sono mostri, ma la tensione è vivida e reale.
La piccola narratrice del racconto, parla di una casa molto grande, di zie molto rigide, di una donna bellissima e intrappolata nella sua bellezza.
Parla di un amore che più che devozione è un'ossessione, parla di adorazione per una donna bellissima che più che attrazione sembra fissazione, pazzia, delirio.

Sembra quasi parlare di sé stessa, di come si sentisse costretta in un mondo che non le piaceva, di come si sentisse sempre bella ma poco apprezzata per altro.
La storia è triste, molto. Si chiude in modo molto tragico e malinconico.
Durante la lettura vi troverete ad attendere il colpo di scena, come se fosse sempre in agguato, come se si nascondesse nelle righe subito successive a quelle che state leggendo.

Maud era molto brava a creare un a situazione verosimile e molto vicina alla realtà, forse grazie alle descrizioni che sembrano molto minuziose, anche se rimangono molto vaghe. O forse perché raccontava la sua realtà, la sua vita, il suo modo di vedere le cose, risultando così credibile e reale da rendere tangibile il suo racconto.

Quale fosse il suo intento, non ci è dato saperlo.
Come personale opinione, mi sono molto sentita a disagio nel leggere questo racconto. Un po' per la storia raccontata, un po' per il mood che ho incontrato e un po' perché pensare ad Anna dai capelli rossi mentre leggevo di questa passione malata, mi ha un po' lasciata interdetta.


Concludo la mia riflessione su Lucy Maud Montgomery dicendo che spesso gli autori non sono i libri che scrivono.
Mi spiego meglio.
Maud era molto probabilmente una persona molto più triste della sua Anna, l'unico aspetto che possiamo ritrovare in Anna è la sua infanzia vissuta in una casa austera e senza genitori. Per il resto era una persona che quasi sicuramente non ha trovato gioia nella vita, non del tutto quanto meno.
Probabilmente era una donna che si annoiava facilmente, forse sempre in cerca di stimoli nuovi che la soddisfacessero di più. Sicuramente oppressa da una gerarchia familiare che non la rendeva capace di primeggiare.

Della morte di Maud si hanno poche certezze: ufficialmente morta di trombosi coronarica, una sua nipote ipotizzò un suicidio. 
Di certo c'è solo il messaggio che lasciò, struggente e malinconico.

"Ho perso la mia mente tra gli incantesimi e non oso pensare cosa posso fare in queste magie. Che Dio mi perdoni e mi auguro che tutti gli altri mi perdoneranno, anche se non possono capire. La mia situazione è troppo terribile da sopportare e nessuno se ne rende conto. Che fine per una vita in cui ho cercato sempre di fare del mio meglio."

Chissà in mondo si era persa Maud, in che modo lo aveva fatto.
Io vi suggerisco di leggere "Anna dei tetti verdi" e poi tornare qui, in quest'angolo della sua anima.
Troverete il lato oscuro dell'autrice che ci ha fatti crescere un po' tutti, tutti assieme ad Anna.

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