Al passato si torna da lontano - C. Panzavolta - Review Party

 


Mi è stata data la possibilità di leggere in anteprima "Al passato si torna da lontano" di Claudio Panzavolta.

Scrivere una recensione su questo libro è veramente complesso.
Partiamo dall'inizio: è un libro bellissimo.

Tralascerò la sinossi (la potete leggere tranquillamente da soli sul sito di Rizzoli) e cercherò di concentrarmi su qualche punto che potrà magari stimolarvi nella lettura.

All'interno di questo libro troverete molte cose veramente interessanti. 
Cose che vi renderanno più facile contestualizzare l'opera.
Troverete foto, riproduzioni di cartoline, cartine e alberi genealogici.
Sembrano cose che dette così potrebbero lasciare il tempo che trovano. Invece sono tasselli importanti per capire il contesto sociale e, a volte, politico nel quale è ambientato questo libro.

Un grande, enorme, flusso di coscienza, un'intervista lunghissima ad una "vecchia signora" che ricorda gli anni della sua giovinezza.
Attorno a questo, un interlocutore immaginario a cui vengono raccontati gli episodi della vita di Anita e delle persone che la circondano. Un interlocutore in cui facilmente vi immedesimerete.

Il personaggio principale è Anita, all'inizio della nostra storia è una bambina di 5 anni.
La prima data riportata nel libro è il 10 aprile 1944, giorno dell'eccidio del Lunedì di Pasqua (ndr).
Anita, racconta la sua infanzia, racconta di una madre che cerca di fare il possibile, di un padre che è soldato chissà dove e di uno zio partigiano che le racconta di un mondo slegato dalla religione e dal fascismo.

Una bambina che sarà costretta a vivere sulla sua pelle le brutture della guerra e l'orrore del fascismo.
Una bambina che cercherà di far capire a tutti che un rosario non è importante, che le preghiere non li salveranno.
Una bambina che diventerà ragazzina e poi donna mentre sfogliamo le pagine.
Un donna che imparerà quali sono le cose importanti e si scoprirà ad amare.

"Peccato che le cose si imparino alla fine, quando non servono più a niente, se non a rodersi il fegato. I ricordi, caro mio, sono il peggior compagno che si possa avere - anche se più si invecchia, più diventano l'unica consolazione che rimane."


Sullo sfondo un mondo che cambia.
Una guerra finita, le scoperte scientifiche, le libertà conquistate.
Sicuramente vi colpiranno gli stralci degli articoli de "L'unità", articoli che solo 70 anni fa descrivevano l'energia nucleare come il mezzo per l'uomo per plasmare la Natura al proprio volere. 
SOLO 70 anni fa.

Assisterete, attraverso la vita di Anita, a tutti i cambiamenti storici e politici che sono avvenuti dal 1944 in avanti: la fine della guerra, la creazione di una repubblica, il comunismo, la DC, la guerra fredda, la corsa allo spazio.

"Quelli erano gli anni d'oro della DC: la domenica, il partito organizzava delle gite per i bambini e i ragazzi della nostra età. Si partiva la mattina presto, in autobus, per andare a una manifestazione o a un congresso, e si rientrava la sera. Mia sorella non se ne perdeva una, di quelle spedizioni. Io per fortuna allora ero piccola, della politica non capivo ancora niente, e quelle cose lì riuscivo a evitarle. Però quel nome, "DC", a forza di sentirlo sulla bocc a di Edda e della zia era diventato qualcosa di familiare, e non mi piaceva. Mi ricordava il DDT, il suono era simile - e forse, con il senno di poi, pure l'effetto che faceva sulle persone, non trovi?"


 
Concludo con una riflessione.
I più fortunati hanno avuto un nonno che queste cose le ha raccontate.
Leggete questo libro, immergetevi nei ricordi di Anita, guardate queste pagine con occhi puri e senza pensieri.
Sarà come scoprire un mondo nuovo, rendersi conto di come gli ultimi 70 anni abbiano cambiato la vita delle persone, l'Italia, il mondo stesso, sarà un'epifania.

Una nota malinconica: la mia nonna.
Leggere questo libro mi ha fatto ricordare di quando mia nonna raccontava della sua infanzia, del periodo da sfollata fuori Firenze, del nonno prigioniero in Montenegro, di come la minigonna avesse cambiato il suo essere donna, di come il nonno avesse affrontato la nascita della Repubblica e di tutto l'orgoglio che aveva provato quando era andata a votare la prima volta.

Credo che per tutte le sensazioni che scatena, per tutti i pezzi di storia che racconta, per tutti i ricordi di Anita, questo libro sia un vero capolavoro. 
Credo che leggerlo farebbe bene a tutti, indipendentemente dal pensiero politico.
Credo che questo libro lascerà in tanti lettori una lacrima non versata e un po' di consapevolezza in più.

Ultimi ma non meno importanti, i ringraziamenti.
Grazie a Io Resto Qui A Leggere per aver organizzato questo review party e a Rizzoli per avermi dato la possibilità di aggiungere questo libro alla mia libreria.



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