Us - Michele Cocchi
Tommaso ha 16 anni e non esce di casa da 18 mesi.
Hikkikomori è la parola giapponese che meglio rappresenta Tommaso.
Letteralmente una persona che ha scelto di vivere in disparte.
In realtà non è una vera scelta, ma una necessità, una difesa.
Tutto inizia quasi per caso, un attacco d’ansia, delle macchie sul collo, la paura di non riuscire più a respirare.
Niente più scuola, niente più partite di basket, niente insuccessi, niente pressioni.
Tommaso riduce al minimo ogni rapporto sociale, preferisce guardare vecchi video di NBA su internet e stordirsi coi videogiochi per non pensare.
“Il suo corpo gli ubbidisce senza protestare, segue le sue indicazioni, il torpore è una sorta di congelamento dove il tempo può trascorrere senza lasciare segni, senza costringerlo a pensare. Se non funziona, può sempre contare sui video, gli anime o i vecchi videogiochi”.
Tommaso nel suo annoiato girovagare su internet entra in contatto con nuovo videogioco “US” che diventa il suo unico appuntamento fisso. Le sue giornate inizieranno a ruotare intorno ad esso.
“US” gli propone una missione di carattere storico al giorno
Ha due compagni affidatogli a caso dal videogioco con cui condividere l’avventura: Hud e Riin
I tre non si conoscono, non possono rivelare nulla sulle proprie vere identità, pena l’esclusione dal videogioco.
Un trio che non si è scelto, tre ragazzi con caratteri molto differenti fra loro vengono posti giornalmente davanti a eventi della storia del ‘900 alcune volte dalla parte dei salvatori come a sostenere la politica di Nelson Mandela in sud Africa, altre dalla parte dei carnefici come in Etiopa in cui impersoneranno dei fascisti nel massacro dei monaci di Debre Libanos.
nel corso delle loro campagne si accorgono presto che il confine tra bene e male non è poi così netto quando ci si trova in mezzo ad una guerra e sei costretto ad eseguire degli ordini.
Tommaso ha iniziato a giocare per non pensare per perdersi nel no-sense di internet, ma sarà proprio “US” a dargli la spinta ad uscire fuori dal proprio torpore.
“Credi davvero di non essere un eroe?
Ma che significa essere un eroe? Essere un eroe significa prendere l’iniziativa e risolvere delle situazioni difficili.”
Questo libro affronta varie tematiche pedagogiche e ci introduce in maniera molto delicata nel fenomeno dell’hikkikomori.
Ma cosa induce un ragazzo all’apparenza normale, come il nostro protagonista Tommaso, ad allontanarsi da tutti e tutto?
Cosa fa così paura ai nostri giovani da costringerli a rinchiudersi tra le mura domestiche, unico posto dove sentirsi al sicuro?
Diversi studi affermano che la causa scatenate di questo comportamento sia da ricercare nella nostra società ormai diventata super competitiva. La costante pressione, l’ansia da prestazione, il dover raggiungere obbligatoriamente determinati obiettivi per poter essere qualcuno può far scaturire sentimenti di impotenza.
Il solo il pensiero che si possa fallire non è accettabile, meglio sparire.
Può sembrare un fenomeno lontano, che non ci tocca, ma in realtà si sta avvicinando sempre più inesorabile ed è importante conoscerlo e riconoscerlo.
Avete mai sperimentato quella sensazione di inadeguatezza che vi ha impedito di proseguire in qualche vostro sogno?
“Credi davvero di non essere un eroe? Io ti dimostrerò il contrario.”
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