Una Stanza Piena Di Gente - Daniel Keyes

 

Siamo nel 1977 a Columbus in Ohio. 

Billy Milligan viene arrestato il 27 ottobre con l’accusa di aver rapito e violentato tre studentesse.

Da qui ha inizio un estenuante percorso giudiziario per Billy, che è un criminale, non c’è dubbio. Ha commesso molti reati, è stato riconosciuto dalle vittime. Ma, sì c’è un ma.

Billy Milligan è affetto da una patologia che all’epoca non era ancora riconosciuta: disturbo dissociativo dell’identità.

Inoltrandovi nella lettura potrete immergervi nella storia giudiziaria di Billy e scoprirete come è stato curato nel corso degli anni. 

Spesso trattata da caso mediatico, la storia di Milligan è avvincente e allo stesso tempo struggente: non è solo la storia di una persona affetta da una patologia psichiatrica, ma anche la storia di come la politica abbia condizionato le scelte di medici, giudici e avvocati.

Billy Milligan ha fatto la storia della giustizia e della psichiatria.

Billy Milligan dorme. 

Billy Milligan è protetto dal mondo che lo ha ferito.

Ora, non è che tutto sia sempre riconducibile alla violenza subita, ma il caso di Billy è proprio questo.

Da bambino ha subito violenze, molte. La prima volta che viene messo a dormire, Billy ha 4 anni. E al suo posto esce Christene.

Billy dorme per molto tempo e non ha idea di quello che gli succede attorno.

Risvegliarsi non è facile, riprendere possesso del posto non è facile.

Questa è la sua storia, abbiatene cura.

“Penso che la gente dovrebbe sapere. Potrebbe aiutare a capire che cosa può portare la violenza sui bambini.”

Il Maestro è tutto e niente.

Il Maestro conosce la storia di tutti e sa quello che tutti hanno fatto.

Il Maestro è l’insieme di ognuna delle persone che occupano il posto ed è la fusione dei loro talenti.

Il Maestro è colui che sa, che comprende e che ha creato le regole.

Lui si occupa di salvaguardare lo spazio, il tempo e la salute delle persone.

Lui è Billy.

“Non sono ‘personalità’, dottor George. Sono persone.”

“Perché fai questa distinzione?”

“Quando le chiama personalità. È come se pensasse che non sono reali.”